Dal 2026 lo Stato ti taglierà lo stipendio senza passare dal giudice.
Dal 1° gennaio 2026 i dipendenti pubblici con stipendio netto oltre 2.500 € e debiti fiscali superiori a 5.000 € subiranno un taglio automatico in busta paga, senza passare da un giudice. Una misura che colpisce ministeriali, insegnanti, sanitari e forze dell’ordine, con trattenute fino a 1/7 dello stipendio e 1/10 su arretrati e indennità. SOS del Cittadino spiega cosa cambia, quali rischi reali ci sono e soprattutto come difendersi: ricorsi, sospensioni, rateizzazioni e prescrizione dei debiti.
R. Parenti
9/10/20252 min leggere


Dal 1° gennaio 2026 scatterà una misura che riguarda migliaia di dipendenti pubblici: chi ha debiti fiscali superiori a 5.000 € e percepisce uno stipendio netto pari o superiore a 2.500 € vedrà applicata una trattenuta automatica direttamente in busta paga, senza più passare da un giudice.
Si tratta di una novità introdotta con la Legge di Bilancio 2025 (L. n. 207/2024, art. 1, comma 84), che ha già acceso forti polemiche per la disparità di trattamento rispetto ai lavoratori privati.
Come funziona il pignoramento automatico
Riguarda solo i dipendenti pubblici: ministeriali, insegnanti, sanitari, forze dell’ordine, ecc.
Soglie: debito ≥ 5.000 € e stipendio netto ≥ 2.500 €.
Percentuali:
1/7 dello stipendio mensile.
1/10 su arretrati, indennità e liquidazioni.
Procedura:
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunica il debito all’amministrazione.
L’ufficio paghe applica la trattenuta.
L’importo viene versato all’Erario.
Il lavoratore scoprirà la decurtazione solo vedendo lo stipendio ridotto in busta paga.
Differenza con i dipendenti privati
Per i lavoratori del settore privato resta la procedura ordinaria di pignoramento con intervento del giudice.
Ecco perché i sindacati parlano di disparità di trattamento e di tutela ridotta per i dipendenti pubblici.
Esempio pratico
Un insegnante con stipendio netto di 3.500 € e debiti fiscali di 5.000 € subirà una trattenuta di 500 € al mese (1/7 dello stipendio), fino al completo rimborso del debito.
Come difendersi
Il taglio non si può bloccare all’origine, ma si possono contestare gli atti che hanno generato il debito.
Le principali difese sono:
Impugnazione della cartella esattoriale entro 60 giorni, chiedendo anche la sospensione.
Richiesta di rateizzazione: sospende il pignoramento dal pagamento della prima rata.
Eccezione di prescrizione per tributi scaduti (IMU, TARI, bollo auto).
Istanza di autotutela in caso di errori o debiti già pagati.
Perché rivolgersi a SOS del Cittadino
La maggior parte dei debiti fiscali che portano a queste trattenute derivano da cartelle vecchie, prescritte o già parzialmente pagate.
SOS del Cittadino offre:
Check-up gratuito delle cartelle e della tua posizione con Agenzia Entrate-Riscossione.
Azioni rapide: ricorsi, sospensioni, piani di rateizzazione.
Tutela personalizzata per i dipendenti pubblici colpiti dal nuovo meccanismo automatico.
📢 Conclusione
Dal 2026 lo Stato taglierà gli stipendi dei dipendenti pubblici senza passare dal giudice.
Ma non sei indifeso: conoscere i tuoi diritti e contestare in tempo gli atti fiscali può fare la differenza.
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